Tutto ciò che avevo desiderato, agognato, si stava verificando.
I miei sogni si stavano realizzando.
Sarei diventato il più oscuro, il più temuto Mago mai vissuto.
Tutto il mondo mi avrebbe temuto, mi avrebbe rispettato, trattandomi con il sussiego che meritavo, che le mie abilità e la mia forza esigevano.
Ad ogni modo sapevo che per emergere, per riuscire a sottomettere tutta la comunità magica necessitavo di aiuto.
Non qualcuno che agisse da mio pari, quello mai, nessuno sarebbe stato in grado di eguagliarmi, ma avevo bisogno di semplici pedine da manovrare, da sacrificare talvolta.
Avevo bisogno di
massa.
La storia l'aveva insegnato: ogni grande Imperatore aveva bisogno di un esercito numeroso da guidare contro gli avversari.
Io quindi avevo bisogno di più Mangiamorte.
Non necessariamente dovevano essere Maghi e Streghe eccezionali, mi accontentavo anche della mediocrità, purché tale mediocrità mi fosse fedele e leale.
Dopotutto, io avrei compiuto gesta eccezionali, gli altri sarebbero stati solo carne da macello, solo un formicaio di incantesimi che mi avrebbe coperto le spalle e seguito.
Sebbene avessi solo venticinque anni, avevo già organizzato una gerarchia tra i miei seguaci.
Amavo l'ordine, e amavo che ognuno rispettasse il ruolo che il proprio stato assicurava.
Per quel motivo creavo un netto distinguo tra i miei fedeli.
I più leali divenivano Mangiamorte, avevano l'onore di avere impresso sul loro braccio il mio simbolo, il segno di appartenenza a me.
Gli altri invece erano solo una moltitudine che aumentava il numero, che ingrossava l'esercito.
Per quella ragione mi trovavo ad Hogsmeade: speravo di trovare qualcuno che desiderasse chinare il capo davanti a me e obbedirmi sino la morte.
Sapevo che quel villaggio era frequentato da studenti, ma a mio avviso nessuno era troppo giovane per unirsi a me, dopotutto, io non ero ancora giovane?
Magari qualche giovane Serpeverde si sarebbe unito a me.
Passeggiavo isolato tra le case.
Una fievole nuvola di alito fuoriusciva dalle mie labbra.
Era settembre, ma faceva comunque freddo.
Raggiunsi la piazza e mi guardai intorno, decidendo dove recarmi.
Forse ai
Tre Manici di Scopa avrei trovato qualcosa di interessante.