Hogwarts Gdr °*° It will never end

La fine dei giochi

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view post Posted on 15/10/2011, 16:38
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Continua da: La speranza è solo una favola per bambini... noi siamo reali

:Niklas:
In breve tempo ci smaterializzammo a villa Malfoy.
Ripensai per un attimo alla mocciosa che poco prima aveva cercato di salvare il suo fratellino.
Normalmente non avrei esitato a toglierla di mezzo ma data la situazione ritenni più giusto lasciarla perdere.
Evidentemente il mio pensiero era stato condiviso anche da Bellatrix che la liquidò con una risposta secca.
Era ovvio che le nostre teste, la mia e quella della Mangiamorte, erano concentrate su un unico obiettivo e trascuravano tutto il resto.
L'obiettivo era proprio a pochi centimetri di distanza rispetto a me.
L'esile corpo del ragazzo era bloccato dalla presa di Bellatrix.
Se Potter avesse tentato la fuga non ci sarebbe riuscito, anche perché oltre a noi c'era anche l'Oscuro Signore.
Mi chiesi se avrei potuto assistere al rito che il mio padrone avrebbe dovuto eseguire di lì a poco oppure se sarei dovuto unirmi alla battaglia.
In entrambi i casi avrei obbedito agli ordini anche se personalmente preferivo seguire da vicino le azioni di Lord Voldemort.
La notte era ormai calata e il soggiorno di casa Malfoy era piombato nell'oscurità.
Solo un vistoso lampadario di cristallo illuminava la stanza creando così un contrasto affascinante tra luci e ombre.
Tornare nuovamente nella villa mi fece riflettere sulla condizione dei Malfoy, essi erano dei traditori ed ero convinto che sarebbero morti quella notte stessa.
L'idea di una persona deceduta per mano di un altro essere vivente mi fece provare per un attimo una piacevolissima sensazione che, da anni, conoscevo bene.
Nulla riusciva a farmi sentire più vivo della morte.
Uccidere, pensare di farlo, vedere, anche se nella mia mente, un uomo che toglie la vita ad un suo simile erano emozioni che nient'altro sarebbe stato in grado di eguagliare.
Tuttavia mi ripresi da quello stato di trance e mi concentrai su ciò che stava accadendo.
Puntai i miei occhi sul ragazzo e rimasi in silenzio.
Potter si era concesso troppo facilmente, si era arreso.
Ciò non poteva che andare a nostro favore anche se, conoscendolo, temevo che avesse qualcosa in mente.
Subito dopo scacciai quei pensieri, se anche si fossero creati dei problemi, il grande Signore Oscuro sarebbe riuscito a risolverli senza indugi.
Era la fine, la fine dei giochi.
Nessuno sopravviveva se Lord Voldemort decideva il contrario.
Nessuno poteva sperare di vivere più a lungo di quanto Lord Voldemort sceglieva.
Solo il mago più potente del mondo poteva controllare la Vita e la Morte, tutti gli altri dovevano sottomettersi al suo volere.
Nessuno era escluso, tantomeno Harry Potter.
Abbandonai la figura patetica del nostro prigioniero per osservare con ammirazione l'uomo che, nato sulla Terra, era riuscito a diventare un dio.
L'Oscuro Signore rappresentava, per me, una divinità, un uomo da rispettare, il Potere puro e assoluto.
Ero certo che era temuto da tutti, io stesso lo temevo, e chi diceva il contrario era solo uno sciocco.
La morte di Potter, quella notte, sarebbe stata d'esempio a tutti quegli sciocchi.
Nulla sarebbe riuscito a farmi cambiare idea.
Sentivo l'adrenalina scorrere nelle mie vene, il sangue pulsare e il mio cuore battere più forte.
Sentivo che presto sarebbe accaduto qualcosa di grandioso.
Quella notte sarebbe passata alla storia, il Male avrebbe trionfato da qui fino all'eternità.
Mi sentivo un privilegiato, facevo parte di quegli uomini che avevano combattuto dalla parte giusta e che avevano contribuito a rendere quel giorno un giorno storico.
Avrei vissuto il resto della mia vita sotto il regime di Lord Voldemort e infine me ne sarei andato, sarei morto, con la consapevolezza che quel regime sarebbe durato per sempre insieme al suo Re.
 
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view post Posted on 23/10/2011, 15:46
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:Bellatrix:

Quando raggiunsimo Villa Malfoy la mia mano era ancora saldamente stretta attorno al polso del ragazzo che, stranamente, non sembrava aver intenzione di reagire.
Aveva tentato di ribellarsi soltanto quando la sorella l'aveva chiamato per nome ma, anche allora, non vi aveva messo alcuna forza.
Era stanco di lottare.
Doveva morire, sapeva che questo era il suo destino e non vi sarebbe mai sfuggito.
Lo trascinai per il viale che conduceva alla villa, dove avremo poi atteso l'arrivo dell'Oscuro Signore.
Potter, a sguardo basso, camminava incespicando sui suoi stessi piedi verso la sua fine.
Non ci sarebbero state fughe all'ultimo secondo, non questa volta.
Non si sarebbe tirato indietro per un attacco di codardia: era stato lui stesso a consegnarsi.
Perchè?
Sebbene i Grifondoro fossero noti per il loro coraggio che li conduceva la maggior parte delle volte alla morte, non riuscivo ancora a capire il motivo di quel gesto.
Forse sperava ancora che consegnandosi avrebbe posto fine al massacro che si stava compiendo.
Era davvero così ingenuo? Non aveva imparato niente?
Avrebbe dovuto sapere ciò che avremo fatto dopo la sua morte.
Avremmo risparmiato unicamente i Serpeverde e coloro che si sarebbero uniti a noi.. i pochi Purosangue rimasti.
Di tutti gli altri non sarebbe rimasto niente, se non i cadaveri.. e in seguito ci saremo occupati di ripulire la scuola anche di quelli.
E non solo la scuola. Il mondo intero si sarebbe presto liberato della feccia che lo abitava.
Sembrò che anche la mente di Potter stesse vagando sui medesimi argomentj, poichè tentò, seppur debolmente, di liberarsi dalla mia presa.
Ignorando questi ultimi tentativi di fuga scostai la manica sinistra dell'abito e premetti il dito sul braccio, dov'era impresso il Marchio Nero. Lord Voldemort ci avrebbe raggiunti a momenti.
La speranza.. che cosa stupida. Potter l'avrebbe dovuta abbandonare da tempo ormai. Che era destinato a perdere, se ne stava rendendo conto solo in questi ultimi istanti.
 
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view post Posted on 24/10/2011, 13:00
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:Tom:
Avvertii la chiamata di un mio Mangiamorte e raggiunsi il luogo ove era partito l'appello.
Villa Malfoy.
Con un ghigno mi Smaterializzai nel soggiorno del grande maniero di quei traditori che avevano osato ripudiarmi.
Come Giuda mi avevano traditi, ma io non sono avvezzo al perdono.
Nagini strisciava accanto a me, la mia fedele pitonessa, solo di lei potevo fidarmi, solo in lei riponevo la mia totale fiducia.
Sapevo che Nagini non mi avrebbe mai tradito.
Essa non possedeva quelle emozioni umane che rendevano un essere vivente debole.
I miei piedi si posarono sul morbido tappeto orientale, probabilmente scelto da Narcissa durante l'ultimo cambiamento di arredi.
Com'era patetico disperdere le proprie energie per badare ad una casa.
Il luogo ove mi rifugiavo io, Little Hangleton, cadeva a pezzi, era fatiscente, eppure io ero il migliore Mago mai vissuto.
Perché non badavo al luogo dove vivevo, mi occupavo solo di me stesso.
Guardai Bellatrix ed Akram.
Avevano adempiuto alla missione che io avevo affidato loro.
Quei due Mangiamorte erano riusciti nel compito più importante e prezioso di quella notte.
Il ragazzo, Potter, era lì, tra di loro.
Il suo sguardo sembrava sfidarmi, ma non vi badai.
Questa volta era finita, seriamente.
Sapevo che quel pensiero mi aveva sfiorato diverse volte, ma questa volta ero certo che era l'ultima.
Necessitavo di pochi ingredienti, pochi oggetti per mettere in atto la formula trovata nel diario di Salazar, la formula che avrebbe annientato una volta per tutte l'ultimo tentativo di Harry Potter di ostacolarmi.
Grazie a quell'incantesimo sarei riuscito nuovamente ad uccidere i miei diretti avversari.
«Ho bisogno di un calderone, di sangue di unicorno e veleno di Basilisco» ordinai.
«Potete trovare tutto nella dispensa dei Malfoy, vicino alla cucina, oppure andate a casa di Severus» aggiunsi.
Ovviamente sarebbero andati loro a procurarsi il materiale di cui avevo bisogno.
Io rimasi in piedi, vittorioso, innanzi al Prescelto.
 
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view post Posted on 30/10/2011, 15:03
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:Niklas:
Bellatrix chiamò l'Oscuro Signore ed io rimasi in piedi a fissare Potter.
Quel ragazzo aveva avuto una fortuna sfacciata, da quando era nato ad oggi, ma fortunatamente pareva che la dea bendata l'avesse abbandonato.
Sorrisi mentre mi leccai le labbra.
Quel pensiero mi divertì non poco e l'idea di Harry da solo, senza nessun aiuto, mi condusse lentamente ad una risata.
La mia voce riecheggiò nell'ampia stanza della villa dei Malfoy.
Non sapevo se, una volta terminata la battaglia, quel luogo sarebbe rimasto il centro di ritrovo per tutti i Mangiamorte oppure no, comunque, se Lord Voldemort avesse deciso di cambiarlo io ero pronto ad offrirgli la mia dimora.
Non appena arrivò il mio Padrone smisi immediatamente di ridere e chinai il busto leggermente in avanti in una sorta di inchino.
Deglutii mentre le mie mani si strinsero convulsamente.
Ero curioso di sapere quali compiti avrei dovuto svolgere per conto dell'Oscuro.
Ero disposto a fare qualunque cosa per compiacerlo.
Dopo poco tempo, egli ci disse che necessitava di alcuni ingredienti per preparare una pozione.
Sicuramente avrebbe messo in pratica la formula che aveva trovato nel libro del nobile Salazar.
Annuii non appena Lord Voldemort terminò di parlare.
Sì, mio Signore dissi prima di allontanarmi dalla sala per andare in cucina.
Il mio passo era veloce, non volevo far perdere tempo al mio Padrone.
"Calderone, sangue di unicorno e... veleno di Basilisco" ripetei mentalmente per evitare di scordarmi qualcosa.
Conoscevo bene la mia mente e delle volte mi faceva brutti scherzi, ma quella volta non poteva accadere.
In fondo erano solo tre elementi.
Scesi fino alla cucina di casa Malfoy e vi entrai.
Non ci ero mai stato, ovviamente; tuttavia riuscii a trovarla facilmente e cercai subito di orientarmi.
Mi guardai intorno in cerca di un calderone e lo trovai.
Sono sicuro che questa notte passerà alla storia commentai entusiasta.
Presi il calderone e aspettai che Bellatrix prendesse il resto.
Con una mano mi sistemai gli occhiali e successivamente affondai le dita tra i capelli per scompigliarli.
Successivamente accennai una risata e sgranai per un attimo gli occhi.
Non vedo l'ora di assistere alla morte di Potter aggiunsi pregustando il momento che credevo sarebbe giunto tra pochi minuti.
 
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view post Posted on 9/11/2011, 18:54
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:Bellatrix:

Attesi con impazienza l'arrivo dell'Oscuro Signore.
Tenevo Potter con la mano sinistra, per impedire che mi sfuggise.
Sebbene sembrasse che non stesse facendo il minimo sforzo per liberarsi, non allentai la presa sul suo polso: non dovevo abbassare la guardia. Il Signore Oscuro non mi avrebbe perdonato tanto facilmente il fatto di averlo fatto scappare di nuovo.
Nella mano destra impugnavo la bacchetta, pronta a frenare eventuali tentativi di fuga.
Guardai Potter e mi accorsi con sorpresa di non aver alcuna voglia di punzecchiarlo, com'ero solita fare.
Sapevo che non avrebbe risposto a nessun tipo di insulto.
Non quel giorno, non in quella situazione.
Sorrisi poichè era evidente che questa volta persino lui era consapevole di essere vicino alla fine.
Il Prescelto era nostro.
E poichè noi impariamo dai nostri errori, questa volta l'avremmo ucciso prima che avesse il tempo di smaterializzarsi.. prima ancora che avesse il tempo di pensare alla parola "fuga".
Completato l'incantesimo che avrebbe permesso a Lord Voldemort di sbarazzarsi di quella stupida protezione che impediva al più grande mago oscuro di uccidere le sue vittime, Harry Potter sarebbe morto.
All'arrivo del Signore Oscuro mi sentii libera di lasciare la presa su Potter poichè era impossibile che si dileguasse sotto gli occhi del mio padrone.
Inoltre dovevo assicurarmi di trovare tutto il materiale che egli aveva richiesto e non potevo certo trascinarmi dietro quel peso morto.
Mi preoccupai solo di lanciargli un incarceramus, giusto per stare tranquilla.. o forse lo feci più per il divertimento di vedere Potter cadere a terra come un pezzo di piombo mentre le corde lo avvolgevano dalla testa ai piedi.
Con un ghigno dipinto sul volto mi diressi nella dispensa di villa Malfoy.
Mi sarei occupata degli ingredienti, mentre Niklas avrebbe preso il calderone.
Non ci misi molto a trovare il necessario: il sangue di unicorno era come al solito sul primo sportello, in uno dei ripiani più alti.
Il veleno di Basilisco era contenuto in un'ampolla di cristallo collocata sulla seconda mensola in basso.
Non fui particolarmente stupita dallo spesso strato di polvere che ricopriva i ripiani: quelle ampolle non venivano quasi mai toccate da Narcissa.
Spesso mi chiedevo cosa se ne facesse di tutta quella roba, quando era evidente che mai e poi mai si sarebbe servita di ingredienti simili per le poche pozioni che preparava.
Chiusi gli sportelli evitando una nuvola di polvere che si staccò da essi e tornai dal Signore Oscuro con tutto il materiale.
Era tutto pronto.
 
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view post Posted on 11/11/2011, 13:29
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:Tom:

Bellatrix e Niklas impiegarono poco tempo per trovare gli ingredienti che avevo loro richiesto, e tornarono da me rapidamente.
Bene.
Non volevo perdere ulteriore tempo; fremevo dal desiderio di porre fine a tutta quell'insopportabile faccenda, a tutta quella disgustosa situazione.
Finalmente Harry Potter sarebbe morto ed io avrei trionfato.
Ordinai ad Akram di posare il calderone sul camino del soggiorno di villa Malfoy.
Nel frattempo io avevo acceso le braci, non desideravo perdere nemmeno un istante.
Le mie dita stringevano convulsamente il diario del mio antenato, che conteneva la soluzione a tutti i miei problemi.
Sogghignai fissando successivamente Harry Potter.
Oh, avrei trionfato.
Avvertivo il profumo della vittoria solleticarmi, beffeggiarmi, mostrarsi a me per poi ritirarsi.
Questa volta però l'avrei agguantata.
La Vittoria sarebbe stata mia.
Presi gli ingredienti che teneva in mano Bellatrix e li gettai nel calderone, seguendo le istruzioni dettate da Salazar.
Sapevo che questa volta non avrei fallito.
«Ora mi serve il suo sangue» aggiunsi lanciando un'occhiata ad Harry Potter che giaceva a terra, intrappolato dalle funi della mia Mangiamorte.
Il suo sangue era l'ultimo ingrediente, poi la pozione sarebbe terminata.
Io avrei pronunciato la formula collegata a tale preparazione, dopodiché sarei stato nuovamente libero di far mostra della mia forza.
 
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view post Posted on 20/11/2011, 13:39
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:Niklas:
Tornai, insieme a Bellatrix, nel soggiorno ove ci aspettava l'Oscuro Signore.
Una volta fornito il mio padrone di tutti gli ingredienti di cui aveva bisogno per la formula indietreggiai.
Congiunsi le mani dietro la schiena e a testa alta puntai i miei occhi sulla figura esile e debole di Potter.
L'istinto mi ordinava di trasformarmi in una iena e sbranarlo però dovetti sopprimere tale impulso.
Non potevo di certo fare ciò che volevo in presenza dell'Oscuro.
Strinsi le labbra maggiormente e sgranani gli occhi.
Il ragazzo cadde a terra e venne immobilizzato da un incantesimo di Bellatrix.
Risi divertito dopo aver assistito a quella scena.
Se c'era una cosa che proprio non riuscivo a controllare era l'ilarità che mi provocavano le persone in procinto di morire.
La voce di lord Voldemort mi obbligò a smorzare il mio entusiasmo immediatamente.
Serrai prontamente la bocca per evitare che uscisse qualsiasi altro suono.
Il mio padrone necessitava del sangue del grifondoro.
Annuii e piegai le ginocchia per permettere alla mia mano di estrarre il pugnale che nascondevo nei miei scarponi.
Mi avvicinai al giovane che giaceva inerme sul freddo pavimento di marmo di villa Malfoy.
Strinsi con maggiore forza l'arma e la conficcai nel suo quadricipite femorale.
Harry gridò di dolore mentre io gli mostrai la lingua.
L'intera lama era penetrata nella sua gamba e del sangue stava sgorgando dalla ferita, sicuramente non appena avessi estratto il pugnale il liquido avrebbe abbandonato il suo corpo con più rapidità, come un fiume in corsa.
Mi sarei tanto divertito a giocare con Potter, purtroppo però non potevo.
Con un'espressione folle mi allontanai dal ragazzo e lasciai che il suo sangue che imbrattava il mio pugnale scivolasse nel calderone.
Agitai la lama un paio di volte per permettere a tutto il liquido rosso di mischiarsi nella pozione.
Successivamente chinai il capo di fronte a lord Voldemort e mi allontanai di qualche passo.
Avvicinai la lama ancora un po' macchiata e la lecchai assaporando il sapore del sangue.
Chiusi gli occhi nel compiere quel gesto e successivamente riposi il pugnale nuovamente nello scarpone.
 
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view post Posted on 4/12/2011, 14:07
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:Bellatrix:

Tornai, in compagnia di Niklas, nel soggiorno in cui di lì a poco si sarebbe compiuto l'incantesimo che avrebbe permesso al Signore Oscuro di scatenare nuovamente la propria ira sui difensori di Hogwarts e, ovviamente, sul Prescelto.
Completata la pozione, saremmo tornati alla scuola dove avremmo finalmente trionfato una volta per tutte.
Gettai un'occhiata a Lord Voldemort, in piedi al centro della sala, nella villa un tempo appartenuta ai Malfoy.
Ora quella proprietà non spettava più ai traditori.
Se solo avessero osato rimetterci piede si sarebbero dovuti confrontare con noi, con tutti coloro che erano sempre rimasti fedeli all'Oscuro.
La casa di Narcissa era stata, negli ultimi tempi, la sede dove noi tutti c'eravamo riuniti in diverse occasioni per discutere sui nostri piani ed ora ci sarebbe di certo tornata utile per molte altre cose.
Una di queste "cose" giaceva in quel preciso momento sul pavimento della villa.
Harry Potter era indifeso, ancora legato dai lacci del mio incantesimo, consapevole di ciò che gli stava per succedere e tuttavia incapace di ribellarsi.
Era nostro.
Gli ordini del Signore Oscuro non tardarono ad arrivare e ben presto il Prescelto si ritrovò con un pugnale conficcato nella gamba. Purtroppo il pugnale non era il mio.
Udii le urla di Potter soffocate da un laccio stretto attorno alla sua bocca e in quell'istante non desiderai altro che essere al posto di Niklas.
Era evidente che stava assaporando quegli attimi.
Vedere l'impotenza di Potter in quel momento mi fece sorridere e mi dissi che più tardi avrei di certo trovato un attimo per divertirmi col Mezzosangue, esattamente come stava facendo il mio collega.
Quest'ultimo estrasse il pugnale ed il sangue del ragazzo si riversò sul pavimento colorando il tappeto un tempo tanto amato da Narcissa.
L'uomo si diresse con sguardo folle verso il calderone, dove riversò il sangue che tingeva la lama di rosso.
Niklas era un ottimo Mangiamorte.. uno dei Mangiamorte migliori, dovevo ammetterlo. Dopo di me, ovviamente.
Osseravai una nuvola di fumo rosso alzarsi dal calderone non appena dalla lama del pugnale si staccò l'ultima goccia di sangue.
La pozione era terminata.
 
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view post Posted on 17/12/2011, 00:16
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:Tom:
Seguii con lo sguardo le azioni di Niklas.
Avrei potuto farlo io stesso, era evidente, però delegare tale lavoro ad uno dei miei Mangiamorte aumentava la solennità di quel momento.
Era come se la liturgia fosse talmente importante, talmente intrinseca di significato in sé che io non volevo abbassarmi dal mio ruolo ed occuparmi di Potter da solo.
Inoltre ero certo, ero fermamente convinto, che dopo aver pronunciato la formula contenuta nel diario di Salazar Serpeverde, avrei potuto dimenticarmi il volto del Prescelto.
Sarei stato ancora più forte, ancora più temibile.
E finalmente non ci sarebbero stati oppositori in grado di fermarmi.
Una mia sconfitta era un'eventualità che non concepivo, che reputavo impossibile.
Una volta aggiunto il sangue di colui che era il mio peggior nemico, il mio avversario più accanito, il calderone cominciò a ribollire.
Un fumo nero di tenebre si levò invadendo la cappa del camino.
Era inodore.
Sogghignai mentre allungai le mani verso il calderone.
Le mie labbra formularono le parole dell'incantesimo, senza tuttavia emettere alcun suono.
Era una formula non verbale, non era necessario enunciarla a voce piena.
Chiusi gli occhi mentre avvertivo l'energia magica fluire dentro di me, agitarsi, ribollire come lava di vulcano.
Riaprii gli occhi quando sentii che l'incantesimo era stato pronunciato, che era andato in porto.
Mi voltai verso Bellatrix, verso Arkam e risi.
Una risata priva di gioia, la mia risata.
Ce l'avevo fatta.
Nessuno mi aveva interrotto; l'incantesimo era riuscito.
Indicai Harry Potter con un vago cenno della mano.
«Non sei riuscito a salvarli» sussurrai suadente.
Tutto il suo sacrificio, tutta la sua sofferenza per nulla.
Avevo vinto io.
Vincevo sempre io.
 
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view post Posted on 2/1/2012, 21:12
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:Niklas:
Avevo appena compiuto la mia prima vera missione da Mangiamorte al fianco di Lord Voldemort.
Sentivo l'adrenalina scorrere nelle mie vene ed il cuore battere più intensamente nel mio petto.
Quella sensazione era talmente piacevole che avrei voluto continuasse all'infinito.
Amavo sentire l'adrenalina, la vita, appropriarsi del mio corpo.
Entrambi i lati delle mie labbra si distesero in un sorriso mentre i miei denti trattenevano la punta della lingua.
Dopo aver rimesso il coltello nello scarpone e dopo essermi ritagliato uno spazio in quell'enorme stanza, rimasi in silenzio ed osservai.
I miei occhi sfacciatamente guardarono il calderone.
Sentivo la pozione ribollire all'interno del suo recipiente nero.
Forse non mi sarei mai dovuto permettere di assistere a quella scena dal momento che l'Oscuro Signore non me l'aveva ordinato, però non riscivo a resitere.
La mia curiosità per quel genere di cose era più forte della ragione.
Inoltre per cercare di convincermi di essere nel giusto mi dissi che dopotutto non stavo facendo nulla di male.
Anzi, stavo osservando la grandezza del mio Padrone così che mai me ne sarei dimenticato.
Non avrei mai dubitato di Lord Voldemort.
Mai.
Non avrei commesso l'errore dei Malfoy, sarei sempre rimasto fedele al mio padrone proprio come lo era un cane.
Non avrei mai disubbidito ai suoi ordini e mai avrei obbiettato.
Strinsi convulsamente entrambe le mie mani dietro la schiena e guardai con profonda ammirazione il mago più grande di tutti i tempi.
Per un attimo gettai un'occhiata anche a ragazzo Potter.
Sembrava impaurito o forse quella era l'espressione che desideravo vedere.
Dopotutto chi più di me poteva affermare che l'uomo vede solo ciò che l'occhio vuol vedere.
Forse però nel mio caso contribuiva anche la mia pazzia.
Mi inumidii lentamente le labbra prima di alzare le spalle verso il giovane Harry.
Era finita.
Tutti i suoi sforzi erano risultati vani.
Che sciocco... aveva davvero pensato di poter sconfiggere Lord Voldemort?
La risata proprio di quest'ultimo mi distolse dai miei pensieri.
Dopo una breve pausa dettata dall'imbarazzo, decisi di ridere insieme al mio Padrone.
Non l'avevo mai sentito ridere prima di allora e di conseguenza non sapevo come comportarmi.
Era una situazione nuova.
Dopo poco egli indicò il ragazzino, il lurido Mezzosangue.
Voldemort gli disse solo poche parole ma sicuramente di grande effetto.
Forse, arrivati a questo punto, il mio Padrone avrebbe levato la bacchetta ed avrebbe enunciato le mortali parole che avrebbero strappato via la vita da quel bamboccio.
Il mio respiro si fece più affannoso, avrei tanto desiderato assistere a quel momento.
Una bassa risata si fece largo tra le mie corde vocali e scappò sfacciatamente dalla mia bocca.
Ero desideroso di spare cosa sarebbe successo.
 
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view post Posted on 8/1/2012, 15:40
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:Bellatrix:

Fumo nero.
Saliva dal calderone come nebbia intrisa di tenebre e oscurità invadendo non solo il camino, ma circondando anche noi.
Noi che osservavamo la preparazione dell'incantesimo da così vicino.
Lasciai scorrere lo sguardo sugli occhi di Lord Voldemort, fissi sul calderone.
Quella notte avrebbe nuovamente riacquistato il suo potere, distrutto Hogwarts e coloro che ancora la difendevano.
Avrebbe finito una volta per tutte quel ragazzo che da ben diciassette anni lo ostacolava.. Harry Potter.
Un nome che ormai suonava insignificante.
Non osai distogliere lo sguardo dall'incantesimo, neanche per controllare il prigioniero.. non ce n'era bisogno. Tutto ciò che poteva fare in quel momento era sbattere le palpebre.
Tenni invece lo sguardo fisso sul Signore Oscuro, spostandolo di tanto in tanto sul calderone all'interno del quale ribolliva la pozione ormai completa.
Lord Voldemort mosse le labbra pronunciando la formula trovata nel diario del suo antenato Salazar.
Non aveva emesso un solo suono, al contrario della pozione che cominciò improvvisamente ad agitarsi come il mare in tempesta.
Una leggera foschia si alzò dal calderone scivolando poi a terra, lungo il pavimento.
Potere.
Era tutto ciò che si avvertiva attorno a noi, in quel momento.
Aveva invaso l'intera stanza quasi volesse sostituirsi all'aria stessa.
Era ben chiaro su chi si stava riversando tutta quella forza: un alone scuro aveva avvolto Lord Voldemort che, un'istante più tardi, si voltò verso di noi, vittorioso.
Mi unii a quella fredda risata voltandomi con uno scatto verso Potter.
Udii la voce del Signore Oscuro deriderlo "Non sei riuscito a salvarli".
Se avesse potuto farlo, non avrebbe di certo esitato a ribattere: l'arroganza non gli mancava.
Strinsi la bacchetta fissando quel volto sporco di sangue, pensando a tutti i problemi che ci aveva causato.
Basta così.
Sebbene il suo cuore battesse ancora, la sua ora era giunta da un pezzo.

Edited by Bellatrix Riddle - 8/1/2012, 16:58
 
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:Tom:
Quello era il momento del mio trionfo.
Il momento che da anni avevo anelato, il momento che avevo sognato, ma che non avevo mai dubitato sarebbe giunto.
Una musica si agitava dentro di me.
Era la musica della vittoria.
Ed era meravigliosa.
Come ero solito ripetere, non esisteva il Bene o il Male.
Esisteva solo il Potere ed io l'avevo raggiunto.
Io ero il solo che era riuscito nell'intento di conoscere la Magia a fondo, di poterla usare meglio di chiunque altro.
Ero fuso con quell'energia mistica che si animava dentro di me.
Strinsi la bacchetta con due dita e la puntai su Harry Potter.
Era giunto il momento di farla finita, di eliminare una volta per tutte quell'insignificante ragazzino che il fato aveva decretato come mio avversario.
Eppure, prima di enunciare la formula, mi fermai.
Non era pietà, oh, no.
Non esisteva quel sentimento per me, come non esisteva l'amore e la gentilezza.
Harry Potter mi aveva infastidito per così tanto tempo, aveva provato a mettermi i bastoni tra le ruote, aveva ucciso frammenti della mia anima nel vano tentativo di eliminarmi, che la morte sarebbe stata un dono troppo magnanimo per lui.
Non poteva morire.
Con la morte sarebbe finito tutto, io invece desideravo che soffrisse.
«No» sussurrai lasciando cadere il braccio al mio fianco.
«La morte è un dono che tu non meriti, ragazzo» aggiunsi.
Un ghigno privo di sentimento si dipinse sulle mie sottili e pallide labbra.
«Non morirai... Vivrai e soffrirai».
L'ultima parola fu pronunciata con un sussurro, come un sibilo.
Mi voltai verso Bellatrix ed Akram.
«Lo priverò dei suoi poteri.
Vivrà come un misero Babbano, costretto a conoscere la mia grandezza, ma incapace di fermarmi.
Assisterà al declino del mondo magico come lo conosce, vedrà il mio trionfo senza poter far nulla per porvi rimedio»
spiegai.
Senza poteri, Potter sarebbe stato inutile.
Era un destino ben peggiore della morte.
Sarebbe stato terribile per lui.
«Ma ora torniamo ad Hogwarts e poniamo termine alla battaglia.
Dopodiché si compirà il tuo destino, Harry Potter.
Vedrai i tuoi amici morire, poi verrai privato della magia»
.
 
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Una nube nera si sollevò dal calderone per poi ricadere sul freddo pavimento di marmo di casa Malfoy ed abbracciare le nostre caviglie.
Harry Potter, che giaceva indifeso come un verme, venne avvolto dal fumo fino alla vita.
Il mio Padrone era davvero il più potente di tutti i tempi, riusciva sempre a trovare una soluzione a tutto.
Persino ad uno dei più potenti incantesimi che esistevano: quello scaturito dall'amore verso il prossimo.
Né Lily Evans né suo figlio erano riusciti a fermare l'ascesa di lord Voldemort.
Nessuno poteva.
Neanche il prescelto.
Certo, quel ragazzo aveva causato non pochi problemi e noie a noi Mangiamorte e al mio Signore ma ormai tutto era finito.
Lo avvertivo nell'aria.
C'era odore di sconfitta.
Era una sensazione che mi rendeva felice e ancora più onorato di portare il marchio nero al braccio.
Ero fiero di essermi schierato dalla parte giusta.
Ero fiero di aver seguito le orme di mio padre.
La voce del mio Signore mi distolse nuovamente dai miei pensieri.
Egli disse a Potter che gli avrebbe tolto i poteri.
Quella frase mi congelò il sangue nelle vene.
La punizione che lord Voldemort aveva sentenziato era terribile, molto di più della morte e molto di più di qualunque tortura.
Era orribile quanto un'amputazione.
Per me la magia era una parte fondamentale del mio corpo, del mio spirito.
Non potevo immaginare una vita senza.
Era la magia che mi faceva vivere, non il cuore, non l'insieme degli organi cosiddetti vitali.
Istintivamente guardai Harry Potter.
I miei occhi erano sgranati.
Io ero immobile come se quella decisione fosse ricaduta su di me.
Potter invece non sembrava tanto preoccupato di ciò che avrebbe dovuto subire ma piuttosto temeva per i suoi amici.
Infatti il suo sguardo mutò proprio dopo aver sentito pronunciare l'ultima frase: "Vedrai i tuoi amici morire, poi verrai privato della magia"
In quel momento provai un enorme disgusto per quel grifondoro.
Era così... schifosamente altruista.
Era così attaccato ai suoi amici tanto da imbarazzarmi.
Sì, mi vergognavo per il prescelto.
Come poteva ignorare la minaccia di lord Voldemort per spaventarsi di più per la sorte dei suoi compagni?
Era incredibile e indegno di essere un mago.
Addirittura un prescelto.
Scossi il capo.
"Sono affari suoi" mi dissi.
Non mi dovevo interessare di Potter, tanto presto non ne avrei mai più sentito parlare.
Tornai a guardare l'Oscuro Signore.
Egli disse di voler tornare ad Hogwarts.
Annuii, finalmente sarebbe iniziato il vero divertimento.
 
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view post Posted on 30/1/2012, 21:15
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Continua in: Una luce si spegne

Edited by Bellatrix Riddle - 2/2/2012, 19:42
 
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