Mi smaterializzai ad Hogwarts, obbedendo all'ordine del Signore Oscuro.
Egli voleva tornare alla battaglia per mostrare a tutti che ormai nessuno, proprio nessuno, poteva fermarlo, che Potter era ormai un morto che camminava e che era inutile continuare a opporre resistenza.
Almeno questo era ciò che avevo capito.
Non avevo di certo la presunzione di comprendere le ragioni che spingevano lord Voldemort a prendere una decisione piuttosto che un'altra, dato che la mia mente era nettamente inferiore alla sua.
Quando i miei piedi riscaldati dagli anfibi in pelle che indossavo, toccarono il pavimento polveroso e distrutto di Hogwarts, la mia testa continuava a ripropormi la sentenza del mio Padrone.
Egli aveva deciso di privare Harry dei suoi poteri.
Avrebbe usato un incantesimo che non conoscevo e che fino a poco tempo fa non sapevo neanche che esistesse.
La voce acuta e fredda del mio Signore risuonò nelle mie orecchie e mi fece rabbrividire nuovamente.
Una scossa si arrampicò rapidamente sulla mia schiena obbligandomi a scrollare le spalle per farla andare via.
-Uuuh!- mormorai.
L'Oscuro Signore era davanti a me di alcuni metri e fissava il castello quasi demolito.
Bellatrix, invece aveva portato con sé il Prescelto, per fargli ammirare la disfatta dei suoi amici.
Immaginai che il mio aiuto a Lord Voldemort fosse terminato perciò guardai con il mio occhio sano la folla in cerca di mio padre.
Inizialmente non lo vidi ma sapevo che non era morto.
Mio padre era troppo bravo per morire per mano di un Auror o peggio ancora, di uno studente.
Dopo alcuni istanti avvertii qualcuno avvicinarsi a me e posarmi una mano sulla spalla.
Era lui.
Mi voltai, abbassai leggermente il capo, gli sorrisi prima e poi mi inumidii il labbro superiore.
-Potter verrà privato dei suoi poteri- sussurrai con un filo di voce.
Mio padre fece ricadere la mano, che era appoggiata sulla mia spalla, sul suo fianco.
Successivamente entrambi i lati della sua bocca si sollevarono scoprendo i pochi denti marchi che gli erano rimasti dall'esperienza ad Azkaban.
Quando udii la voce dell'Oscuro drizzai la schiena e mi feci attento.
Nel frattempo una ragazzina urlò il nome di Potter disperata mentre tentò di avvicinarglisi ma venne fermata in tempo da un professore.
Era stata fortunata, un altro passo di più e sarebbe morta.
Lord Voldemort annunciò la sconfitta di Potter ed informò che chi aveva deciso di combattere per il Bene anziché per il Male sarebbe morto.
Beh, mi sembrava la punizione giusta per quegli sciocchi visionari.
Guardai le facce degli studenti, delle loro madri, dei loro padri, dei professori e degli Auror.
Negli occhi di tutti loro si riflettevano i medesimi sentimenti: dispiacere, tristezza, paura.
Sapevo di aver perso.
Infine un pavido quanto sciocco Auror decise di farla finita avvicinandosi minacciosamente all'Oscuro.
Il mio Signore non indugiò un attimo a levare la bacchetta ad altezza uomo ed a lanciargli l'anatema che uccide.
L'uomo cadde a terra seguito da un tonfo.
La polvere si sollevò e ricadde poi un po' su di lui, un po' sul pavimento.
Una scena davvero triste e patetica.
Inclinai leggermente il capo da una parte per assaporare meglio quell'istante.
Un altro urlo squarciò il silenzio che si era formato.
No! gridò una donna aggrappandosi ad un braccio di un ragazzo.
Ella iniziò a piangere, mi voltai verso di lei per guardarla.
La fronte della strega era appoggiata alla manica del giovane che cercava di consolarla.
Il suo corpo era scosso tra fremiti.
Un suono gutturale si generò dalla mia gola per poi sfociare in un'acuta risata.
Meglio morire che giurare lealtà ad un mostro come te! gridò un uomo, probabilmente il padre di qualche ragazzo.
I miei occhi lo scrutarono.
-Qualcun altro ha deciso di lasciarci!- dissi come se stessi canticchiando una filastrocca per bambini.