Hogwarts Gdr °*° It will never end

Primi giorni di scuola, Giardini di Hogwarts

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view post Posted on 16/2/2012, 13:44
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Sirius ed Erin continuano da: Festa di inizio anno

:Erin:
La festa di inizio anno, che era avvenuta solo pochi giorni fa, era stata la più bella in assoluto.
Quelle degli anni precedenti non potevano neanche essere paragonate.
Sorrisi ripensando al ragazzo che aveva reso quella serata speciale.
Sirius Black.
Mi morsi leggermente il labbro inferiore mentre mi strinsi nelle spalle per proteggermi da un'improvvisa folata di vento.
Sembrava che l'autunno avesse fretta di arrivare ed infatti quel pomeriggio faceva davvero molto freddo.
Stavo passeggiando nel giardino di Hogwarts, in prossimità del Lago Nero, tanto per evitare di fare i compiti.
Odiavo studiare, mi annoiava a morte e ogni volta mi inventavo delle scuse per sfuggire al problema.
Non servivano a nulla le promesse che mi facevo alla fine di ogni anno: "Dall'anno prossimo, prima studio e poi mi diverto!".
Era più forte di me ed ormai mi conoscevo abbastanza bene da sapere che quel comportamento da prima della classe non mi si addiceva proprio.
Quel giorno, come esattamente gli altri a seguire, mi sarei ritrovata a fare i compiti nella sala comune dopo cena, quando il sole era ormai tramontato mentre i miei compagni potevano ridere e scherzare tranquillamente.
Scossi leggermente il capo, del resto, come potevo diventare popolare se durante il pomeriggio mi segregavo in camera a studiare storia della magia?
Un'altra folata di vento mi investì scompigliandomi i capelli.
Il rumore simile ad un fischio mi convinse che forse era arrivato il caso di coprirsi maggiormente e di cambiare direzione.
Lanciai un'occhiata al Lago Nero, era agitato, delle piccole ma frequenti onde continuavano a mutare la sua superficie.
Era una giornata davvero strana, forse era previsto qualcosa di particolare.
Aggrottai leggermente le sopracciglia pensando a quale evento poteva sconvolgere gli equilibri.
Successivamente risi divertita, sognavo una vita troppo avventurosa.
Forse era meglio che ritornassi con i piedi per terra.
Sempre sorridendo mi sistemai meglio la lunga sciarpa a righe color Grifondoro all'altezza del collo e dopo infilai una mano nella tasca della mantellina nera per prendere i guanti.
Non avevo intenzione di ritrovarmi con le mani screpolate!
Li afferrai e mi preparai ad indossarli quando una terza folata di vento me ne fece sfuggire uno.
-Oh! Accidenti!- esclamai sperando che il guanto che era voltato via non andasse a finire nel Lago.
Con una mano portai i capelli, che erano finiti sul mio viso, dietro l'orecchio e cercai di seguire con lo sguardo il corso del guanto.
 
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view post Posted on 16/2/2012, 14:01
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:Sirius:
Gli allenamenti di Quidditch di James erano appena terminati e lui e tutta la squadra Grifondoro erano ora negli spogliatoi, lasciando noi fedeli spettatori ai capricci del tempo.
Quella giornata era pessima.
Detestavo il vento: fischiava nelle mie orecchie assordandomi.
Forse, il fatto di essere un Animago, di trasformarmi proprio in un cagnaccio pulcioso aveva reso maggiormente sensibile il mio udito.
Avrei dovuto chiedere alla professoressa McGranitt, stando attento però a non rivelarle troppo.
Io e gli altri Malandrini non eravamo registrati, nessuno sapeva che eravamo in grado trasformarci in animali con un semplice tocco della bacchetta.
Scrollai il capo mentre un'ennesima folata mi raggelava il sangue nelle vene.
Lanciai uno sguardo truce a Remus che sghignazzava col suo capo ben coperto da un lanoso cappello rosso.
Non lo insultai semplicemente perché sapevo che mi avrebbe rimproverato la scelta di lasciare la testa scoperta.
Ma io ero Sirius Black, non potevo nascondere i miei ribelli ricci neri.
Le studentesse di Hogwarts dovevano potermi riconoscere al primo colpo d'occhio, e come avrebbero potuto se avessi indossato una cosa della stessa famiglia del berretto di Lunastorta?
"Dai, torniamo in dormitorio, Ramoso ci raggiungerà" consigliò Remus.
Annuii alzandomi in piedi e abbandonando gli spalti deserti del campo da Quidditch.
Mentre attraversavamo il giardino, Codaliscia si batté una mano sulla fronte, dicendo di aver dimenticato un libro al Lago Nero, dove avevamo sostato prima degli allenamenti di Ramoso.
Già il fatto che Peter Minus avesse menzionato un libro attirò la mia attenzione.
Un tuono, lieve brontolio del cielo arrivò alle mie orecchie.
«Vado io» dissi.
Non seppi perché mi offrii, fatto stava che mi allontanai dai due Malandrini e mi diressi verso il Lago Nero.
Dopo una breve ricerca, trovai il libro -quadernetto- di Codaliscia.
Lo raccolsi.
Mentre mi rialzai in piedi, scorsi una figura che ormai conoscevo bene: era Erin.
La ragazza sembrava combattere contro le raffiche di vento che desideravano quasi spingerla nelle acque del lago.
Accennai un sorriso sornione immaginandomela infradiciata fino al midollo.
Poco dopo un guanto scuro venne strappato dalle mani della Grifondoro e cominciò a librarsi nell'aria.
Mi avvicinai con uno slancio atletico e con un balzo afferrai il piccolo guanto.
Sebbene non fossi un campione di Quidditch, possedevo una certa agilità.
«Avete perso qualcosa, madamigella?» scherzai porgendole il guanto con un inchino borioso.
 
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view post Posted on 18/2/2012, 14:44
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:Erin:
Appoggiai una mano alla fronte per impedire ai miei capelli, sempre in disordine, di cadermi davanti agli occhi.
Il mio sguardo era puntato sul guanto che stava svolazzando freneticamente e pericolosamente vicino al Lago Nero.
Pensai di usufruire della magia per risolvere questo piccolo inconveniente ma prima che potessi portare la mano alla bacchetta notai una figura che ormai mi era diventata più che familiare.
Sirius Black era nei paraggi.
Avrei lasciato a lui il compito di recuperarmi il guanto.
Ero convinta che per me l'avrebbe fatto.
Non rischiavo di venire ignorata e di andare a recuperare da sola il guanto.
Il pensiero non mi sfiorò minimamente.
Forse ero troppo sicura di me ma io ero certa che me lo potevo permettere.
In fondo nessuno poteva permettersi di ignorarmi.
Accennai un sorriso divertito osservando con quale noncuranza riusciva a mettersi in mostra.
Infatti, con un salto atletico ed uno scatto felino si sollevò da terra per fermare la corsa del mio guanto.
Non appena lo recuperò, lasciai che fosse Sirius ad avvicinarsi a me, mentre nel frattempo portai un'altra ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Pare di sì ma fortunatamente voi l'avete ritrovato- risposi accennando un sorriso mentre con una mano mi ripresi il guanto prima di indossarlo.
Successivamente osservai il grifondoro con uno sguardo malizioso e decisi di giocare un po' con lui.
Dopotutto l'idea di provocarci mi divertiva parecchio e al momento non riuscivo a trovare un passatempo migliore.
Mmm... non è che mi stai seguendo? gli chiesi portando il dito indice di una mano all'altezza del mento.
Lo osservai con aria diffidente ma allo stesso tempo giocosa.
Ero sicura che avrebbe capito l'ironia di quella frase.
Sicuramente Sirius non mi avrebbe preso alla lettera, anzi, mi sarei divertita a prevedere la sua mossa.
Immaginai che negasse.
Ovviamente non avrebbe mai ammesso che lo interessavo.
Tuttavia la sua risposta avrebbe sicuramente superato le mie aspettative.
Era per questo motivo che mi divertivo a punzecchiarlo.
Non era mai banale ma anzi, interessante, divertente.
Decisamente una spanna sopra tutti gli altri ragazzi che avevo incontrato.
Mi trovavo davvero a mio agio a parlare con lui.
Ero certa che saremmo potuti diventare buoni amici, inoltre mi piaceva molto il modo in cui ci stavamo conoscendo.
Noi giocavamo.
Era diverso e speravo si comportasse in questo modo solo con me.
 
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view post Posted on 7/3/2012, 13:25
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:Sirius:

Restituii il guanto ad Erin, ed attesi che lo indossasse nuovamente.
Alla sua battuta portai una mano all'altezza del cuore, fingendomi ferito.
«Come puoi pensare una cosa simile?» domandai, scrollando il capo ed agitando i ricci corvini.
«Decisamente non è nel mio stile.
Credevo che ormai tu mi conoscessi abbastanza bene»
.
Accennai un sorriso sghembo mentre chinavo il capo per guardarla negli occhi ed accentuavo il 'tu', come a farle credere che la ritenessi speciale.
«Ma a quanto pare mi sbagliavo».
Un lampo divertito illuminò i miei occhi.
Sapevo che non avrebbe gradito di essere paragonata a tutte le altre ragazze di Hogwarts, dal momento che Erin non era come tutte le altre studentesse.
Sapevo che era diversa, era evidente per me.
Era come se le nostre anime fossero realmente simili.
Come se parlassero la medesima lingua.
Era una situazione del tutto nuova per me che ero abituato ad essere idolatrato da chiunque.
Desiderato dalla parte femminile del castello, invidiato da quella maschile.
Eppure, nonostante mi trovassi in una situazione mai vissuta prima, ne ero entusiasta.
Amavo l'avventura, amavo l'ignoto, ed Erin mi dava esattamente ciò che desideravo.
Era una sfida, era un gioco parlare con lei.
Strinsi il quaderno di Codaliscia in una mano, arrotolandolo come se fosse un giornale.
Ero sicuro che non si sarebbe rovinato e se anche fosse successo, ero certo che non conteneva chissà quali appunti, perciò non sarebbe stato un grave problema.
Di contro, se fosse stato Lunastorta a perdere i suoi appunti, si sarebbe trattata di una tragedia per tutti noi Malandrini.
Ognuno di noi (il sottoscritto e Ramoso soprattutto) dipendevamo dai riassunti di Remus.
Non che fossimo pessimi studenti, ma talvolta durante certe lezioni (Pozioni ad esempio), non riuscivamo a concentrarci da quanto eravamo presi a prendere in giro Mocciosus.
 
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view post Posted on 19/3/2012, 18:30
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:Erin:
Ascoltai con un'espressione curiosa e divertita la risposta di Sirius.
Egli portò una mano al petto e si finse terribilmente ferito da ciò che gli avevo appena chiesto.
Non era affatto un ottimo attore anche se sapevo che in quel momento recitare in modo credibile non era il suo obiettivo.
Sirius si stava prendendo gioco di me e non si era fatto sfuggire l'occasione di mettermi alla pari delle altre ragazze.
Questo mi fece innervosire un po' ma non potevo definirmi arrabbiata.
Sapevo che era solo un gioco, tuttavia non riuscii a non spingergli in modo giocoso la spalla.
-Dai, smettila, non farla tanto lunga!- esclamai accennando una risata divertita mentre allungai la mano verso Sirius.
-Se mi è venuto questo dubbio è soltanto perché non mi fido immediatamente della gente, e qualcosa mi dice che persino tu mi nascondi qualcosa...- risposi cercando di recuperare terreno.
In parte però era vero, il mio istinto mi suggeriva che dovevo ancora conoscere dei lati del carattere di Sirius.
Per il momento stavo parlando con la sua parte divertente e simpatica ma sicuramente c'era dell'altro.
Dopo poco mi voltai a tre quarti e mi sistemai meglio i guanti che indossavo.
-...Ma non è la tua ossessione verso me, peccato, vorrà dire che dovrò impegnarmi per scoprirlo- aggiunsi maliziosa.
Non potevo credere che il popolare Sirius Black non avesse qualche segreto da nascondere.
Sicuramente almeno uno ce ne aveva ma spettava a me il compito di scoprirlo.
Questo nuovo compito mi stava già divertendo molto, forse perché ero una ficcanaso di natura e l'idea di indagare su Sirius mi interessava non poco.
Chissà cosa avrei potuto trovare una volta scoperchiato il vaso di Pandora.
Successivamente notai ciò che l'affascinante grifondoro stava tenendo in mano come se fosse un giornale.
-Che cos'è?- chiesi curiosa di scoprire il contenuto di quel quaderno.
-E' tuo?- aggiunsi poi cercando di sfilarglielo di mano.
 
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view post Posted on 4/4/2012, 20:10
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:Sirius:

Inarcai un sopracciglio con espressione divertita.
«E così non ti fidi della gente?
Bene, ciò significa che non sei una Tassorosso.
Sai com'è: il Cappello Parlante a volte può sbagliarsi»
risposi ironico.
Successivamente allargai le braccia con fare teatrale.
«Io?» domandai con finto tono incredulo.
«Nasconderti qualcosa?
Non potrei mai.
Non amo ingannare le ragazze»
le risposi senza abbandonare il mio sorriso.
Nonostante quella mia risposta però, desideravo che Erin si interessasse a me e che provasse a comprendermi nel profondo.
Solitamente le persone che mi conoscevano non si preoccupavano di andare oltre la facciata dello sbruffone Grifondoro.
Sinceramente non mi interessava particolarmente quanto gli altri mi conoscessero.
Sapevo che c'erano tre persone che sapevano leggere la mia anima come se fossero mastri cartografi e tanto mi bastava.
Conoscendo Erin però, cominciai a pensare che non sarebbe stato terribile se anch'ella mi avesse potuto conoscere veramente.
Scrollai il capo, agitando i ricci neri, ed allontanai il quaderno di Codaliscia dalle 'grinfie' della ragazza.
Sfruttando la mia altezza, portai la mano sopra il mio capo, distendendo le braccia.
«Eh, no!» dissi cercando di allontanarla.
«Questo è il mio diario privato» affermai con sicurezza.
Era naturalmente una presa in giro, ma confidavo che non si accorgesse della falsità della mia affermazione.
Ero curioso di scoprire in che modo avrebbe cercato di togliermelo dalle mani.
La curiosità delle ragazze era praticamente nota a chiunque ed ero certo che Erin non si sarebbe lasciata sfuggire l'occasione di farsi gli affari del sottoscritto.
 
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view post Posted on 12/5/2012, 15:54
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:Erin:
Incrociai le braccia al petto e scossi orgogliosa il capo.
"No, con me il Cappello non si è sbagliato" confermai senza indugiare la risposta del Grifondoro.
Io ero stata smistata nella casa giusta, perfetta per me.
Dopotutto il Cappello non avrebbe potuto sbagliare, nel mio carattere erano presenti tutti i requisiti e le virtù necessarie per indossare i colori del nobile Godric Grifondoro.
Prima di venire smistata mi ero informata sui fondatori di Hogwarts e già dalla prima lettura dei capitoli che narravano le gesta dei maghi mi ero innamorata di quello più coraggioso e leale.
Il Cappello Parlante non esitò a smistarmi nella mia casa preferita e a rendermi la ragazza più felice della terra.
Successivamente Sirius smentì le mie accuse.
Era ovvio che non mi avrebbe mai confessato i suoi più "oscuri" segreti.
Ero certa che sarebbe stato muto come un pesce.
Sicuramente non si sarebbe privato della gioia che avrebbe provato vedendomi ficcanasare nella sua vita.
Del resto i tipi come lui amavano essere al centro dell'attenzione.
Quando le mie orecchie sentirono come Sirius definì il libro che teneva in mano non riuscii a nascondere lo stupore.
Dischiusi le labbra e sollevai le sopracciglia incredula.
Sirius che teneva un diario segreto?
Non ce lo vedevo proprio a riempire appassionatamente le pagine di quel quaderno.
Tuttavia se l'aveva detto non poteva che essere vero.
Immaginai che messo alle strette si fosse lasciato sfuggire un indizio.
"Non ci credo!
Devo assolutamente leggerlo!"
risposi divertita.
Afferrai il braccio che aveva disteso per impedirmi di raggiungere il suo diario e strinsi con le mani la sua manica.
Cercai di far leva sul suo arto per saltare più in alto e sottrargli il suo tesoro ma non ci riuscii.
Avrei potuto sfruttare la magia ma sicuramente Sirius mi avrebbe battuto.
Egli era più preparato di me dato che era di un anno più grande.
Perciò non mi arresi e continuai nel mio intento.
Se mi fossi impossessata del suo diario mi sarei divertita un sacco ma alla fine non l'avrei letto.
La mia curiosità non era così sconfinata.
Mi sarei accontentata di farlo preoccupare.
Quando capii che in quel modo non avrei fatto progressi mi fermai ed avvicinai il mio viso al suo.
"Sirius Black, te l'ha mai detto nessuno che sei insopportabile?" domandai scherzosa.
 
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view post Posted on 14/7/2012, 20:01
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:Sirius:

Sorrisi alle parole di Erin che si era avvicinata al mio volto, provocandomi.
Pensava forse che avrei ceduto al suo fascino e le avrei consegnato il quaderno degli appunti, ora mascherato da mio diario privato?
Ovviamente no.
Con la mano libera le sfiorai il mento.
«E tu sei un'inguaribile ficcanaso» replicai con un sorriso beffardo.
Era proprio una ragazza.
Anche se, sinceramente, io mi sarei comportato come lei.
Non avrei mai ceduto alla possibilità di leggere il diario segreto di qualcuno che avevo conosciuto.
Inoltre, se avessi avuto tra le mani il diario di Erin, non mi sarei fatto vivo fino a quando non l'avessi finito.
Ero incuriosito dalla sua persona e desideravo saperne di più sulla sua anima.
In quell'istante mi venne in mente un'idea per terminare il gioco, o, quanto meno, fargli prendere una nuova svolta.
«Tuttavia non posso resistere ai tuoi occhi, prendilo» cedetti passandole il quaderno.
Finsi un sospiro esasperato e condiscendente e la guardai con la coda dell'occhio e un sorriso che non riuscivo a cancellare.
L'avrebbe aperto?
Sicuramente.
Almeno per prendermi in giro l'avrebbe fatto.
Non desideravo altro che i suoi occhi si posassero sull'orribile e incomprensibile calligrafia di Coda.
Ci avrebbe impiegato dei minuti interi prima di riuscire a leggere cosa vi fosse scritto.
Cosa avrebbe fatto una volta accortasi che quelle pagine erano ricoperte di appunti e piccoli disegnini?
Naturalmente, prima di andarmene, le avrei rivelato che quella non era la mia scrittura.
Non potevo permettere che pensasse che quelle zampe di gallina mi appartenessero.
Dopotutto io ero Sirius Black, il perfetto.
Ogni cosa che mi riguardava quindi doveva essere perfetta e non potevo lasciare che la mia reputazione venisse rovinata per uno scherzo.
 
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