Silente, fedele all'anima di festaiolo ormai nota a tutti noi Grifondoro (la mia Casa occupava un posto speciale nel cuore del Preside.
Predilezione che si manifestava con sorrisi bonari rivolti verso di noi e punizioni più indulgenti per gli scherzi che noi Malandrini in particolare compivamo), aveva curato ogni cosa nei minimi dettagli.
Dai festoni colorati che scendevano assieme alle candele bianche sulle nostre teste, alla musica che, sebbene non al livello dei gruppi babbani, era buona persino per le mie orecchie da intenditore.
Appena io e gli altri facemmo il nostro ingresso nella Sala Grande, fummo immediatamente circondati da giovani ragazze che ci adoravano.
Non fingo modestia: amavo quei momenti.
Essere riverito, osservato, ammirato, suscitare quei sospiri sognanti gonfiavano e alimentavano il mio ego in maniera spasmodica.
Non c'era niente di meglio che un buon bagno di folla per risollevarsi il morale, non che il mio avesse mai bisogno di tale toccasana, s'intende.
James e il sottoscritto eravamo i Malandrini che più si pavoneggiavano davanti alle fanciulle.
Remus e Peter invece non amavano ritrovarsi al centro dell'attenzione, il primo perché considerava l'ammirazione nata dall'aspetto fisico semplicemente puerile, il secondo perché timido di natura.
Grazie alla mia altezza, riuscii ad osservare la Sala.
Tra tutte quelle ragazzine, sempre uguali, i miei occhi cercavano
lei.
La prima ragazza che avesse
veramente suscitato il mio interesse e colpito il mio istinto di competizione.
Notai una Serpeverde che giocava con i festoni, suscitando l'ammirazione dei primini.
In condizioni normali mi sarei avvicinato a lei per punzecchiarla, ma non quella sera.
Volevo vedere come si era vestita Erin per l'occasione.
Illuminati dalla sua luce, i miei occhi si posarono sulla ragazza che stavano cercando.
Annuii compiaciuto.
Non aveva deluso le mie aspettative.
Mi morsi l'interno della guancia mentre la osservavo con espressione maliziosa.
"Vediamo come giochi" pensai.
Ramoso aveva intercettato il mio sguardo e mi diede un'amichevole pacca sulla spalla.
"Riuscirò a fronteggiare le masse da solo, con l'aiuto di Lunastorta e Codaliscia.
Libera la tua anima, conquistatore" mi prese in giro.
Sorrisi divertito alla sua battuta e cominciai 'le danze'.
Ovviamente la mia mente aveva già elaborato un piano, una tattica che avrebbe stupito la Grifondoro.
Mi allontanai dal gruppetto delle mie 'ammiratrici' e camminai a passo sicuro verso Erin, puntando i miei occhi su di lei.
«Ragazze» esordii chinando il capo per salutare le sue amiche, dopodiché mi chinai su Erin.
«I reali di Hogwarts devono godersi la festa dal palco d'onore» affermai porgendole un braccio.
Sapevo che si ricordava del discorso che avevamo tenuto a King's Cross e quindi che l'avevo considerata una regina.
Con la coda dell'occhio osservai la via più rapida per abbandonare la Sala Grande e raggiungere il 'palco d'onore'.
Sfortunatamente il nostro percorso era ostruito dalla figura unta ed ingobbita di Severus Piton.
Notai però che James lo stava raggiungendo.
Accanto a questo scenario 'idilliaco' si trovava anche la Serpeverde che avevo visto poco prima.
Ovviamente Ramoso avrebbe iniziato a deridere Mocciosus.
Mi chiesi se la ragazza sarebbe intervenuta in difesa del suo compagno di Casa o meno.
Sperai solo che l'inevitabile sarebbe avvenuto dopo che io ed Erin avessimo abbandonato la sala.
Malauguratamente i miei desideri non vennero realizzati.
James cominciò ad insultare Piton proprio davanti a noi.
In un'altra occasione mi sarei divertito e unito a lui, ma non ora.
Avevo questioni più
importanti.